Università Cattolica del Sacro Cuore

Orizzonte cronologico

La gioielleria monetale
Autore: Mariangela Piziali
 

La moda di incastonare monete in oggetti dell'ornamento personale è certamente conosciuta già nel mondo greco. Ma la grande fioritura della gioielleria monetale si data al periodo romano medio e tardo imperiale.
A fronte di pochissimi monili databili alla fine del I-II secolo d. C., con l'età severiana si assiste, infatti, a una produzione notevole di gioielli monetali, che continuano ad essere creati, in misura minore ma con forme più appariscenti, anche nel IV secolo e agli inizi del successivo.

Il reimpiego con funzione ornamentale delle monete romane è pressoché limitato ai nominali in oro, dunque aurei, solidi e loro multipli. Del tutto sporadico è il ricorso a esemplari in argento (denari e quinari, che possono talora venire rivestiti con una foglia aurea, così da assumere l'aspetto di una moneta più preziosa. Non sconosciuto è anche il ricorso a bratteae in lamina d'oro, ricavate per impressione da esemplari monetali. Rarissimo è, infine, l'utilizzo di nominali in metallo non prezioso. Il lato a vista delle monete è costantemente quello che raffigura il ritratto dell'imperatore o dell'imperatrice.


Il reimpiego con funzione ornamentale delle monete romane è pressoché limitato ai nominali in oro, dunque aurei, solidi e loro multipli. Del tutto sporadico è il ricorso a esemplari in argento (denari e quinari), che possono talora venire rivestiti con una foglia aurea, così da assumere l'aspetto di una moneta più preziosa. Non sconosciuto è anche il ricorso a bratteae in lamina d'oro, ricavate per impressione da esemplari monetali. Rarissimo è, infine, l'utilizzo di nominali in metallo non prezioso. Il lato a vista delle monete è costantemente quello che raffigura il ritratto dell'imperatore o dell'imperatrice.