Università Cattolica del Sacro Cuore

Le monete in elettro

GRECIA
Autore: Mariangela Piziali
 

Nel mondo greco il ricorso all'oro per la coniazione di monete è piuttosto raro. Il primo utilizzo di questo metallo, sotto forma di una lega di oro e d'argento, chiamata "elettro" o "oro bianco", coincide, però, con l'introduzione della moneta stessa in Occidente, in una zona geograficamente prossima al regno di Lidia. Fondamentale per la datazione di queste prime serie, è stato il ritrovamento di due depositi monetali durante gli scavi condotti all'inizio del secolo scorso nell'Artemision di Efeso. Il loro occultamento viene oggi messo in relazione con lavori di ristrutturazione del santuario, effettuati nel 560 a. C. L'introduzione delle monete in elettro sembra pertanto da porsi agli inizi del VI secolo a. C. Datazioni più alte, propongono, invece, l'ultimo terzo del VII a. C.

La monetazione in elettro, battuta essenzialmente secondo uno standard "lidio-milesio", comprende lo statere (= gr 14,1 ca.) e alcune sue frazioni, fino a 1/96. Gli esemplari possono avere entrambi i lati lisci, oppure striature su una delle facce, o anche raffigurazioni di animali o di protomi su un lato e il marchio di uno o due punzoni, il cosiddetto "quadrato incuso", sull'altro. L'assegnazione a zecche specifiche risulta spesso problematica. L'alto valore delle diverse denominazioni indica un loro uso nel corso di transazioni economiche di livello piuttosto elevato.

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